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Visualizzazione dei post da gennaio, 2020

L'assurdo, il reale: Samuel Beckett

Quando  L’assurdo, il reale, l’attesa: Samuel Beckett di Gianfranco Longo incontra  L’ultimo nastro di Krapp di Samuel Beckett La vedete anche voi la figura di quel vecchio sfatto, faccia bianca, naso paonazzo, capelli grigi in disordine? Lo vedete anche voi, sul tavolo, un registratore con un microfono e un gran numero di scatole di cartone che contengono bobine di nastri incisi? È l’immagine di Krapp che cammina avanti e indietro sull'orlo della scena ma sempre restando nella zona luminosa. Poi di nuovo avanti. E indietro. E avanti. Leggendo L’assurdo, il reale, l’attesa: Samuel Beckett ¹ non ci si può esimere dal vedere, quasi dal toccare, il vecchio clown beckettiano. La luce che lo attraversa. L’ombra che lo circonda. È proprio sul contrasto tra luce e ombra, gradualmente tramonto di una vita intera, che si articola la mia analisi sull’opera senza tempo L’ultimo nastro di Krapp di Beckett che (non da sola) ha ispirato i versi di Gianfranco Longo. A monte dell’analis