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Visualizzazione dei post da luglio, 2018

Il regno delle care illusioni

La natura nella poetica leopardiana: un concetto in dinamica evoluzione, che da fonte del pessimismo divenne ragione del riscatto umano. La Natura è donna. Ha il volto quasi di una sfinge, a metà tra bello e terribile, una forma smisurata di donna seduta in terra, col busto ritto e il dorso poggiato ad una montagna, a metà tra l’essere numinosa, quasi religiosamente maestosa, e l’essere sacralmente terribile. La Natura è il piacere vestito dalle illusioni, la Natura è la ragione svestita da ogni illusione. Che Leopardi ne fosse impaurito, che Leopardi ne fosse affascinato, egli ha fatto della Natura la sua religione e la sua depressione, qualcosa in cui credere, qualcosa per cui morire. Influenzato da un retroterra culturale sensistico e materialistico, Leopardi pensa che la felicità si trovi nel piacere, che l’uomo desidera con istintività ma non può raggiungere mai. Da questa tensione inappagata nasce l’infelicità e l’insoddisfazione perpetua che solo l’ignoranza del vero potreb